Felice De Luca architetto

Inarcassa

ELEZIONE DELEGATI INARCASSA 2015-2020

CANDIDATO FELICE DE LUCA, TORINO E PROVINCIA

Più professione oggi, più pensione domani! 

Nato nel 1975, sposato, due figli. Iscritto all'ordine dal 2005, prima di aprire un mio studio professionale ho lavorato nello studio del collega Marco Tarquinio e per il comitato Torino2006. Oggi, associato con Ivano Talmon, mi occupo soprattutto di strutture formative e residenziali, progettando con criteri legati all'uso razionale dell'energia e alla certificazione di qualità CasaClima. Ho da sempre affiancato all'impegno professionale, quello istituzionale prima nell'OAT e poi in INARCASSA.

Programma
Ho imparato in questi anni, come delegato e prima come professionista, che è importante garantire una pensione adeguata, ma lo è altrettanto garantire che ci si arrivi in modo soddisfacente. Per questo credo si debba lavorare principalmente per: Essere a disposizione dei colleghi in difficoltà, facendo tutto quanto possibile per risolvere i problemi tempestivamente.

  • Promuovere iniziative capaci di favorire la crescita del reddito, investendo su interventi che abbiano ricadute dirette e positive sulla nostra attività.
  • Incrementare il sostegno per tutti i colleghi, attivando anche interventi specifici per i giovani e le donne, che si trovano ad affrontare condizioni particolarmente difficili.
  • Migliorare la comunicazione tra Inarcassa e iscritto, attraverso un riferimento locale con cui poter parlare di persona, che affianchi i delegati.
  • Revisionare le sanzioni in funzione della causa e della ripetitività dell'infrazione.
  • Rendere possibile compensare crediti fiscali e debiti previdenziali, consentendo di migliorare la gestione della liquidità.


Cari colleghi,
gli ultimi anni sono stati caratterizzati da forti cambiamenti economici, che hanno influito pesantemente anche in ambito professionale e previdenziale.

Nel corso di questo periodo infatti, il nostro mercato di riferimento si è contratto in modo significativo a causa delle condizioni economiche di imprese, famiglie e della pubblica amministrazione; le condizioni di aggiudicazione degli incarichi si sono aggravate di maggiori oneri a fronte di minori riconoscimenti economici; i redditi professionali si sono sistematicamente abbassati, anno dopo anno.

Sul fronte previdenziale, le norme varate dagli ultimi governi, hanno aggravato le condizioni che le casse private (com’è Inarcassa) devono rispettare per conservare l’autonomia gestionale, determinando la necessità di varare una riforma in grado di garantire la sostenibilità di lungo periodo (50 anni). Raggiunto questo risultato, occorre mettere in campo da subito, azioni che possano garantire pensioni adeguate ai colleghi con più anzianità, favorire l’avvio professionale dei più giovani e sostenere l’attività di quanti si trovano nella fascia intermedia.

Durante il mio primo mandato ho aiutato moltissimi colleghi che faticavano a contattare gli uffici di Roma, a risolvere il loro problema contingente, confrontandomi poi con loro su quali interventi fossero più adeguati a migliorare le condizioni generali. Tutti apprezzano ciò che viene offerto da Inarcassa: pensione, assicurazione salute, indennità di inabilità temporanea e per i figli disabili, pensione minima, copertura assicurativa professionale, long term care, ecc. Molti lamentano il livello di contribuzione che, pur essendo il più basso tra gli enti di previdenza dei professionisti e, nonostante tutte le agevolazioni, è diventata molto pesante per la nostra categoria.

La caratteristica storica degli architetti è quella di trovare soluzioni, quindi credo fortemente nella possibilità di invertire la tendenza al ribasso che la categoria ha intrapreso ormai da troppi anni. Una tendenza che ha portato la riduzione progressiva dei redditi, il peggioramento progressivo delle condizioni di lavoro, l’aggravamento progressivo della condizione dei giovani e quindi delle nostre prospettive future. Occorre dunque cambiare passo e far valere le nostre posizioni puntando ad avere più riconoscimento, più tutele, più opportunità, senza inciampare su facili e banali soluzioni al ribasso, che avrebbero la sola conseguenza di toglierci altri pezzi della nostra professione.

L’impegno numero uno dell’Inarcassa deve essere quello di assicurare una pensione adeguata agli architetti e degli ingegneri iscritti, facendo rendere al massimo il patrimonio accumulato e riducendo al minimo le spese per ottenere questo risultato.

Ho imparato però in questi anni, come delegato e prima ancora come professionista, che è altrettanto importante garantire che alla pensione ci si arrivi, e che il percorso per arrivarci sia soddisfacente. Per questo penso, che all’interno dei tanti interventi più o meno significativi, l’impegno dei prossimi anni debba essere rivolto principalmente a:

  1. Promuovere iniziative capaci di favorire la crescita del reddito professionale, investendo parte del patrimonio in interventi che abbiano ricadute dirette e positive sull’attività professionale. Investire nell’economia reale, realizzando infrastrutture, salvaguardando il territorio e valorizzando il patrimonio edilizio attraverso interventi di risanamento efficaci e energeticamente sostenibili, progettate da professionisti, ottenendo così un doppio risultato: produrre reddito professionale e generare la giusta remunerazione del capitale.
    #alziamoilreddito
  2. Incrementare il sistema di welfare per architetti e ingegneri, in modo da assicurare un sostegno a quei colleghi, che affrontano periodi difficili (cali significativi del fatturato o altri problemi contingenti) aggiungendo a quanto già esiste: un fondo di garanzia “sul modello della cassa integrazione” che permetta loro di rilanciare la propria attività.
    #aiutiamochihabisogno

  3. Migliorare la comunicazione tra Inarcassa e l’iscritto, che deve essere improntata sulla chiarezza e la trasparenza. Spesso le informazioni ci sono, ma sono espresse in una forma non facilmente comprensibile. Su questo tema un maggiore collegamento tra nodo periferico presso l’ordine e gli uffici di Roma, aiuterebbe i colleghi a risolvere più rapidamente i problemi che devono affrontare.
    #risolviamoiproblemi

  4. Commisurare le sanzioni sulla causa e la ripetitività dell’infrazione, perché non si può trattare allo stesso modo chi ha sempre pagato e chi sistematicamente non paga.
    #chepaghinoifurbi

  5. Favorire la partecipazione degli iscritti nella conduzione della cassa, facendo crescere l’interesse sui temi generali e favorendo la nascita di proposte dal basso attraverso il rapporto iscritto-delegato territoriale. È indispensabile accrescere la sensibilità verso la propria posizione previdenziale, perché i contributi versati sono soldi nostri messi in banca, vanno affidati a persone competenti, monitorati e organizzati affinché possano dare il maggior frutto possibile.
    #protagonistidelnostrofuturo

Per una sostenibilità vera, non ci si può limitare a conservare bene le risorse affidate o risolvere i (seppur importanti) problemi del singolo, servono visioni nuove, strade innovative, azioni forti portate avanti con determinazione, capaci di incidere sul processo di formazione del reddito e sul sistema di crescita e sviluppo di tutta la categoria. Solo così, con un lavoro nuovo, fatto con grande impegno ed entusiasmo, saremo in grado di affrontare le sfide (e pagare i contributi) che il futuro chiederà a tutti noi.

    Idee e proposte al servizio degli architetti